AGRIGENTO. C'è un terzo filone investigativo, senza indagati, affidato alla polizia di Stato, nell'inchiesta denominata "La carica delle 104" della Procura di Agrigento sulla concessione, a persone che non ne avrebbero avuto diritto, dei benefici di legge sui permessi retribuiti ai dipendenti di aziende per assistere familiari con gravi disabilità. La scorsa settimana, la Digos della Questura di Agrigento ha acquisito negli uffici dell'ex Provveditorato scolastico numerosi documenti. Secondo quanto si è appreso sarebbero i fascicoli personali di 54 insegnanti che avrebbero usufruito dei benefici della legge 104 per valutare la loro posizione. Il procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e il sostituto Andrea Maggioni hanno, intanto, presentato al Gip una richiesta di proroga delle indagini preliminari a carico di 252 indagati del secondo filone dell'inchiesta. La maggior parte di loro, residenti ad Agrigento, Raffadali e Favara, sono indagati per concorso in falsità materiale o ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici. Nel settembre del 2014, le indagini portarono alla luce un giro di false invalidità civili e di beneficiari fasulli delle agevolazioni della legge 104. Tredici, allora, le ordinanze firmate dal Gip Ottavio Mosti: cinque furono arrestate e otto poste ai domiciliari, con le accuse di associazione per delinquere, falso ideologico, truffa e corruzione. Coinvolti medici, paramedici, autisti di ambulanze, anziani e gente comune che - secondo l'accusa - pagava somme di denaro per ricevere false certificazioni sanitarie per percepire le agevolazioni della legge 104. Gli indagati, allora, erano 101.