AGRIGENTO. I coniugi Giuseppe Cimino e Maria Nocera di Agrigento potranno mantenere regolarmente la loro villa con sei vani e tre accessori a San Leone, in via dei Giacinti. È stata annullata ancora una volta dai giudici amministrativi l'ordinanza comunale per il ripristino dei luoghi e sono stati condannati il Comune di Agrigento e la vicina di casa che si era costituita in giudizio, a pagare le spese giudiziali e di verificazione. A deciderlo è stato il Consiglio di giustizia amministrativa che, condividendo l' eccezione formulata dagli avvocati Girolamo Rubino e Leonardo Cucchiara a proposito della «carenza di interesse della parte ap pellante a far valere l' asserita illegittimità della concessione edilizia rilasciata ai vicini», ha dichiarato inammissibile l' intervento nel giudizio di primo grado formulato dalla donna e ha conseguentemente respinto l' appello proposto contro la sentenza di primo grado del Tar. La storia comincia più di una ventina di anni fa, quando coniugi Cimino e Nocera acquistano un lotto di terreno a San Leone e il Comune gli rilascia la concessione edilizia. A distanza di oltre venti anni il Comune, a conclusione del procedimento per la verifica della regolarità della costruzione, dispone un' ordinanza di ripristino dello stato dei luoghi. I coniugi con un ricorso davanti al Tar Sicilia lamentano svariate forme di eccesso di potere. Si costituisce in giudizio, con un atto di intervento ad opponendum, una vicina di casa, proprietaria di un terreno frontistante, rappresentata dall' avvocato Gaetano Caponnetto, che chiede il rigetto del ricorso. Il Tar di Palermo, accogliendo il ricorso condanna il Comune di Agrigento e la signora al pagamento delle spese giudiziali e delle spese di verificazione. Sentenza che viene adesso confermata adesso dal Cga che ha respinto il ricorso proposto dalla vicina di casa contro la decisione del Tar. DAL GIORNALE DI SICILIA. PER LEGGERE TUTTO IL QUOTIDIANO SCARICA LA VERSIONE DIGITALE