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Concorso esterno, cadono le accuse per l'ex sindaco di Agrigento Sodano

Il gup di Palermo, Sergio Ziino, ha dato ragione al collegio difensivo composto da Nino Mormino, Salvatore Pennica e Teo Caldarone

AGRIGENTO. Cadono tutte le accuse nei confronti dell'ex sindaco di Agrigento e senatore dell'Udc Calogero Sodano, imputato per concorso esterno in associazione mafiosa. Il gup di Palermo, Sergio Ziino, ha dato ragione al collegio difensivo composto da Nino Mormino, Salvatore Pennica e Teo Caldarone.

La richiesta del pm, fatta quasi un anno fa (luglio 2015) era di otto anni, già scontati di un terzo per il rito abbreviato. La Procura aveva ripercorso gli anni di sindacatura di Sodano, gli scontri su vicende di appalti con l'avvocato Giuseppe Arnone, nel '93 suo avversario alle amministrative, che era anche a capo di Legambiente Sicilia e che nel processo si è costituito parte civile insieme all'associazione ambientalista.

Secondo l'accusa, ci sarebbero state delle interferenze della mafia nelle elezioni che videro la vittoria di Sodano. Tra i riscontri, portati dal pm, anche le dichiarazioni del pentito Maurizio Di Gati il quale ha parlato di una riunione nella casa di campagna del capo mafia di Casteltermini, dove era latitante il boss provinciale Salvatore Fragapane. In quella riunione si sarebbe anche stabilito che se Arnone avesse vinto le elezioni Cosa nostra sarebbe intervenuta per eliminarlo.

Secondo il pm, Sodano sarebbe stato appoggiato dalla mafia anche alle elezioni nazionali del 2001, con l'autorizzazione di Maurizio Di Gati. Tutte accuse rigettate dal giudice che ha accolto le richieste della difesa.

 

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