LICATA. Almeno quattro persone contuse, tre delle quali in maniera lieve, e cinque arresti. È il bilancio degli scontri a Licata tra le forze dell'ordine e contestatori che hanno tentato con un 'blocco umanò di fermare i lavori di demolizione di una villetta abusiva in contrada Gallodoro.
Tra i feriti anche il dirigente del locale commissario della polizia di Stato, colpito al volto con un pugno da uno dei cinque arrestati. Così,oltre che di resistenza a pubblico ufficiale, dovrà rispondere anche dell'accusa di lesioni. Nell'ospedale San Giacomo d'Altopasso per controlli anche una donna che ha sbattuto la testa e una bambina sotto choc.
Nella zona, a pochi passi dal mare, dalla mattina erano al lavoro operai per svuotare di mobili e suppellettili una delle costruzioni che l'impresa, aggiudicataria dell'appalto del Comune, deve demolire. Nel primo pomeriggio una ventina di persone, con donne e bambini in prima fila, si sono seduti in mezzo alla carreggiata stradale, impedendo di fatto il passaggio dei camion carichi di mobilio.
Una tecnica che era stata adottata il 20 aprile scorso quando erano state avviate le demolizioni di casa abusive, la cui proprietà era passata al Comune su disposizione della magistratura. In quel caso la protesta causò un ritardo di 24 ore nell'avvio dei lavori. Oggi, invece, c'è stato un contatto. La polizia avrebbe cercato di convincere i dimostranti a desistere dal blocco stradale. Ne è nato un tafferuglio, con almeno quattro feriti. Anche il proprietario della villetta è rimasto contuso.
Sul posto sono arrivate ambulanze, anche rinforzi di polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza. Gli scontri in contrada Gallodoro non hanno bloccato i lavori antiabusivismo: dopo che il camion carico di mobili e masserizie ha superato il 'blocco umanò in strada sono entrate in azione le ruspe che hanno cominciato a demolire la villetta. In passato il sindaco di Licata, Angelo Cambiano, è stato vittima di aggressioni e il 9 maggio scorso ignoti hanno appiccato il fuoco alla casa di campagna di suo padre. Nei giorni successivi ha avuto una 'tutelà e il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, lo ha incitato a «andare avanti». Il primo cittadino sta portando avanti, con la Procura di Agrigento, dopo aver sottoscritto il 7 ottobre del 2015 un protocollo d'intesa, gli interventi di demolizione di case abusive. La ditta che ha vinto la gara aveva rimesso l'incarico dopo avere ricevuto minacce, poi ha ripreso i lavori.
Il sindaco di Licata è stato recentemente denunciato alla polizia municipale dal Comitato per la tutela della casa, organismo al quale sono iscritti molti degli ex proprietari di edifici da demolire, per un presunto abuso edilizio relativo al pergolato della sua villetta. I vigili urbani hanno avviato i controlli. «Ho comprato la casa, e sono pronto a mostrare l'atto, così come è in questo momento - ha dichiarato Cambiano - non ho eseguito alcun abuso edilizio nè nel pergolato, nè in altre parti dello stabile». Sugli scontri di oggi la Procura di Agrigento ha aperto un'inchiesta, che è coordinata dal sostituto Salvatore Vella.
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