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Licata, 40 amministratori in piazza dopo l'incendio alla casa del padre del sindaco

Angelo Cambiano

LICATA. Quaranta sindaci dell'Agrigentino si sono dati appuntamento, alle 11, a Licata (Ag) per manifestare solidarietà nei confronti del collega Angelo Cambiano, che ieri sera ha subito l'incendio della casa del padre, in contrada Stretto.

«Domenica all'Arena di Giletti, abbiamo visto Angelo Cambiano spiegare la normalità delle demolizioni degli immobili abusivi - dicono i sindaci dell'agrigentino, attraverso Emilio Messana - Un'ottima figura per la Sicilia e i suoi amministratori. L'affermazione del diritto crea scandalo, fa del suo primo cittadino un eroe, suo malgrado. Oggi saremo a Licata per manifestare la nostra solidarietà e l'indignazione. Alla comunità di Licata, profondamente offesa da questo vile attentato, la nostra vicinanza. Ad Angelo Cambiano il nostro incoraggiamento ad andare avanti nella difesa della nostra terra e dei valori della legalità».

"Angelo Cambiano esposto sempre più. Si è contribuito a delineare un capro espiatorio, personalizzando una responsabilità che invece va riscontrata nella essenza della legge messa in atto dallo Stato, con la partecipazione di tutte le sue componenti e non da un unico protagonista. Dato il clamore televisivo che ha suscitato il caso demolizioni di Licata, decidono di alzare il tiro per ostentare la loro determinazione e che fanno? Bruciano la casa al sindaco Cambiano. Vedi quanto schifo!". Lo scrive, su Facebook, il sindaco di Palma di Montechiaro (Ag) Pasquale Amato, anche lui ha sottoscritto il protocollo d'intesa con la Procura di Agrigento per la demolizione di immobili abusivi.

"Un sindaco - ricorda Amato - giura sulla Costituzione ed è pura follia attendersi da lui il Masaniello degli abusivi e delle violazioni della legge! Egli non può che dire quello che è giusto che sia: l'applicazione della legge. E se lo fa non è perché è insensibile, ma perché l'illecito è illecito e la sua permanenza è violazione sui diritti comuni! Forse, però - conclude il sindaco di Palma di Montechiaro - una minore esposizione non farebbe inasprire lo scontro fra la follia e lo Stato" Anche a Palma di Montechiaro sono state eseguite le demolizioni: la prima fase si è conclusa lo scorso 31 marzo. Rispetto al previsto sono stati soltanto due i portici ed altrettante recinzioni, che erano stati chiusi abusivamente, di palazzine dell'Istituto autonomo case popolari ad essere rasi al suolo. Per altri due portici i proprietari si sono mossi in maniera autonoma.

"È sconvolgente quanto accaduto a Licata: un sindaco viene preso di mira perché fa il sindaco e applica la legge. Oggi sarò a Licata, come altri sindaci agrigentini, al fianco di Angelo Cambiano. Perché oggi siamo tutti Angelo Cambiano". Lo dice il primo cittadino di Sciacca, Fabrizio Di Paola. "Quello di Licata - prosegue Di Paola - è un segnale inquietante che deve far riflettere, ancora una volta, sul contesto, tanto lacerato, in cui si amministra la cosa pubblica. Un sindaco viene messo in difficoltà perché agisce per l'interesse generale, in una situazione economica e sociale senza precedenti. Sindaci in trincea che, nel silenzio e nell'abbandono, trovano momenti di forza nell'unione, nella condivisione, come quello di questa mattina. Angelo Cambiano - conclude il sindaco di Sciacca - non sarà solo nella sua azione per far rispettare la legge".

"Un attentato contro quanti vogliono fare crescere Licata nella legalità, vero elemento che può garantire il progresso civile e la crescita economica di un territorio". Lo ha detto il vice presidente della Regione, Mariella Lo Bello. "La viltà della sopraffazione non l'avrà vinta sulla voglia di giustizia sociale dei siciliani e dei licatesi onesti, per questo esprimo la mia vicinanza al sindaco Angelo Cambiano - ha concluso Lo Bello - che potrà sempre contare sul governo della Regione, per ripristinare quel sistema degli onesti per il quale dal nostro insediamento, ci stiamo battendo".

Non è concepibile che i neo amministratori debbano fronteggiare problemi irrisolti da decenni, addossandosi responsabilità enormi a fronte dell'inerzia delle istituzioni e senza che nessuno si preoccupi di tutelare la loro incolumità". Lo hanno detto Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, rispettivamente presidente e segretario generale dell'Anci Sicilia, commentando la notizia dell'atto intimidatorio subìto da Angelo Cambiano, sindaco di Licata. "Non si può chiedere ai primi cittadini di fare gli eroi - aggiungono Orlando e Alvano - ma è necessario intervenire, anche con misure straordinarie, facendo sì che il necessario rispetto delle regole sia accompagnato da adeguati interventi sul piano della sicurezza e del sostegno sociale ed economico". "Nel Mezzogiorno - concludono il presidente e il segretario generale dell'associazione dei comuni siciliani - è a rischio il patto sociale tra cittadini e istituzioni e non è pensabile che l'unica garanzia per preservarlo debbano essere i sindaci, gli stessi che hanno saputo tenere unite le proprie comunità durante questa crisi profonda, malgrado responsabilità sempre più gravose e risorse sempre più limitate". (ANSA).

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