LICATA. Solo uno "stop" tecnico, quello di venerdì, alle demolizioni delle case abusive disposte dalla procura della Repubblica di Agrigento in virtù del protocollo di intesa firmato, lo scorso 7 di ottobre, con il Comune di Licata.
Esauriti giovedì sera i lavori a Torre di Gaffe, ieri l' impresa edile Patriarca Salvatore di Comiso si sarebbe dovuta spostare in un altro sito. Un guasto alla ruspa, però, ha fermato tecnici ed operai della ditta. Nelle prime ore del mattino il titolare della ditta ha chiamato il capo della procura, Renato Di Natale, e l' aggiunto Ignazio Fonzo, oltre al dipartimento Urbanistica del Comune, per comunicare che a causa del guasto non sarebbe stato possibile andare avanti con le demolizioni.
Considerato che oggi e domenica e domani il 25 aprile, è stato concordato di riprendere l' attività già martedì. Quel giorno stesso all'impresa edile saranno date indicazioni circa l' edificio da abbattere. Quindi solo martedì mattina si saprà in quale parte del territorio si sposteranno le ruspe. Intanto a Gaffe, nella giornata di giovedì sono stati demoliti due immobili. La ditta Patriarca Salvatore, alla presenza dei tecnici del Comune di Licata, degli ufficiali del corpo forestale in forza all'aliquota di polizia giudiziaria della procura, e delle forze dell' ordine, hanno demolito una villetta non completata che si trova a poche decine di metri dal mare. Gli ex proprietari (visto che ormai tutti gli edifici sono acquisiti al patrimonio del Comune di Licata) non erano presenti.
Gli operai prima hanno smontato il tetto e staccato porte e finestre (materiale che andrà conferito in discariche differenziate), poi hanno fatto entrare in azione le ruspe. Nel giro di un paio di ore la pala meccanica ha demolito il seminterrato ed il piano rialzato che costituivano la villetta. Nel pomeriggio di giovedì, tra l' altro, a sorpresa sui luoghi in cui erano in corso le demolizioni, è arrivato il questore di Agrigento, Mario Finocchiaro, il quale si è sincerato del fatto che tutto andasse bene, che non ci fossero intoppi o altri disordini (come quelli del giorno precedente quando un vero e proprio "muro umano" di fatto aveva impedito alle ruspe di raggiungere la villetta da demolire). Sempre giovedì è stato abbattuto lo stabile la cui demolizione era prevista per il giorno prima. In questo caso è stato lo stesso proprietario, dopo avere ottenuto l' autorizzazione da parte dei magistrati della procura di Agrigento, ad eseguire con mezzi propri la demolizione. Giovedì sera della villetta al mare erano rimaste soltanto le macerie.
Entro la prossima settimana saranno demolite, sempre a cura degli ex proprietari, altri due villette. Intanto ieri Mirko Cardella, presidente dell'associazione "Periscopio", ha diffuso una nota per annunciare che "il gip di Napoli, Anita Polito, ha stabilito che l' ordine di demolizione non può essere messo in esecuzione dopo cinque anni dal passaggio in giudicato della sentenza di condanna".
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