AGRIGENTO. «In provincia di Agrigento ci sono 27 comuni affidatari di beni confiscati per un valore di almeno dieci milioni di euro. Tra questi beni che appartenevano anche a Giuseppe Falsone, ai Capizzi di Ribera. Soltanto 4 Comuni hanno prediosposto un elenco pubblico così come previsto dalla legge con l’indicazione dei beni e la geolocalizzazione. Sono Ribera, Casteltermini, Licata nel periodo in cui operava il commissario prefettizio e Siculiana. La legge prevede la riutilizzazione a fini sociali e non ci sono vincoli burocratici. Purtroppo, invece, si tratta di beni inutilizzati. Alcuni tra questi immobili sono stati anche ristrutturati».
Salvatore Vella, sostituto procuratore della Repubbica di Agrigento, parla carte alla mano di una situazione che, se orientata in maniera diversa, potrebbe consentire introiti per i comuni, certamente evitare spese e anche favorire una spinta occupazione.
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