AGRIGENTO. Una regina senza regno. Campionessa nazionale di lancio del giavellotto, Giusi Parolino ad Agrigento non ha un luogo dove allenarsi. Per lei solo un pezzo di spiaggia a San Leone. Ritenuta una eccellenza nell'atletica italiana ha di recente mancato il podio europeo solo per poco. Sa perfettamente che se avesse fatto una degna rincorsa forse sarebbe potuta arrivare almeno quarta ed invece per lei solo un settimo posto ai Campionati Europei indoor che si sono appena conclusi. «Non mi criticate se faccio qualche nullo - commenta - purtroppo il posto in cui la mia città mi costringe ad allenarmi comporta tanti sacrifici». Parolino lavora in un'azienda, eppure ogni sabato, il suo giorno libero, va allenarsi pure su un campo di atletica di Catania. Troppo poco per un' atleta di questa caratura, a certi livelli servirebbe provare molto di più. «Ringrazio Aldo Desiderio, mio allenatore che mi segue nella città etnea, purtroppo - aggiunge l'atleta agrigentina - lanciando in pedana una volta a settimana non si possono fare miracoli. Mi dispiace per le persone che mi allenano. Sono mortificata ma altro non posso». Ma a mortificarsi non dovrebbe essere lei. Quella che raccontiamo è una sconfitta non solo agrigentina, non solo siciliana, ma di tutta la nazione. E' frustante per un'atleta sapere di non poter superare se stessa perché non ci sono le condizioni per farlo. DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA IL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE