AGRIGENTO. Dolore e passione. Ciò che vive il centro storico di Agrigento e i suoi abitanti, ormai perfino stanchi di alzare la voce e protestare. Rassegnati, o quasi, alla Cattedrale di San Gerlando chiusa da oltre 5 anni, a via San Girolamo sbarrata dallo scorso novembre e ad innumerevoli stabili sul punto di crollare: non ultimo quello che si affaccia su via Garibaldi. Agrigentini "costretti" a vivere in quotidiana emergenza. La rappresentazione della "Passione di Gesù", messa in scena dall'associazione "Settimana Santa" di Cianciana, avrebbe potuto essere fatta ovunque.
"Via Atenea era forse la location più congeniale - ha detto, ieri, don Giuseppe Pontillo, parroco della cattedrale di San Gerlando, - ma abbiamo scelto appositamente via Duomo e piazza Don Minzoni, ossia il cuore vecchio, malato, di Agrigento perché non abbiamo nessuna intenzione di abbandonare il centro storico. Ho messo in risalto, a margine della rappresentazione, - ha spiegato- come la croce piantata sul colle agrigentino guardasse il mare africano e desse le spalle alla cattedrale di San Gerlando. Da un lato, dunque, il mare: luogo di speranza e di morte.
Perché la passione di Cristo sulla croce è la passione di uomini e donne in cerca di una vita più dignitosa. Ma la passione di Cristo sulla croce è anche la "passione" che vivono gli abitanti del centro storico, a partire da quelli che ancora vivono in via San Girolamo e la "passione" della Cattedrale "ferita" e chiusa da 5 anni".
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