LAMPEDUSA. «È un luogo speciale, dove gli uomini si sono incontrati e insieme hanno guardato il cielo. Aprire la porta di quel Santuario è desiderare che tutti ci sentiamo coinvolti in questa storia che apre il cuore a Dio e il cuore ai fratelli». A parlare è l'arcivescovo di Agrigento, il cardinale Francesco Montenegro, sull'apertura della Porta Santa a Lampedusa che ci sarà oggi al Santuario dell'isola.
«I lampedusani - sottolinea Montenegro in un'intervista a Radio Vaticana - sono stati sempre accoglienti nei riguardi di chi arrivava nell'isola dalla terra africana. Allora, se quella porta i lampedusani l'hanno sempre aperta, ecco, forse è opportuno continuare a tenerla aperta perchè ci si renda conto che la Storia ha bisogno di cambiare un pò, ha bisogno di caricarsi più di umano».
E l'apertura di questa Porta Santa «è un monito che si fa prima ai credenti» perchè «probabilmente, noi credenti ancora dobbiamo fare dei passi in avanti, perchè anche noi qualche volta siamo presi dalla paura. Se noi riusciamo a cambiare il cuore e aprire la porta del cuore, la Storia già sta cambiando. Se poi questo segno, che vale per noi credenti, è un segno che gli altri possono e vogliono leggere, ecco che allora è una possibilità data a tutti di aprire, ripeto, la porta del cuore per andare incontro e per accogliere chi viene».
Domenica, nella Giornata mondiale del migrante, a Lampedusa si sosterà davanti al monumento chiamato 'Porta d'Europà. «Più che parlare - commenta il card. Montenegro - in quel momento si dovrebbe tutti tacere» perchè «quella porta parla da sola. Non ci sono ante: è una porta che la Storia esige che resti sempre aperta. Allora noi ci fermeremo davanti a quella porta ricordando ciò che ha detto Oscar Wilde: 'Laddove c'è sofferenza, il suolo diventa sacr0'. Ecco il significato di avere scelto anche quel luogo come luogo del Giubileo».
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