PORTO EMPEDOCLE. Sei anni di reclusione per Salvatore Romeo, 56 anni; undici anni e otto mesi per Domenico Seddio, 42 anni. Queste le decisioni dei giudici della Corte di appello di Palermo chiamati a pronunciarsi, per la seconda volta dopo il rinvio della Cassazione, su due imputati dell'inchiesta antimafia "Dna". Seddio e Romeo sono stati condannati per associazione mafiosa e, in particolare, avrebbero fatto parte della famiglia mafiosa di Porto Empedocle svolgendo il ruolo di portavoce del boss Gerlandino Messina e gestendo le assunzioni all'interno dell'Italcementi. Il nuovo processo, concluso nella tarda mattinata di ieri davanti alla prima sezione della Corte di appello di Palermo, scaturisce dal verdetto della Cassazione che ha annullato con rinvio la sentenza. Per Seddio i giudici ermellini, accogliendo in parte il ricorso dei difensori Lillo Fiorello e Vita Maria Mazza, avevano escluso un'aggravante (il riciclaggio delle risorse mafiose) e ritenuto inoltre che vi fosse un errore nel calcolo della pena. Se, quindi, la responsabilità penale per l'accusa di associazione mafiosa era da ritenere ormai accertata la pena doveva comunque essere ridotta. Lo stesso sostituto procurarore generale Vincenza Sabatino, di conseguenza, aveva chiesto uno sconto di un anno e sei mesi rispetto alla condanna annullata. La condanna a 11 anni e 8 mesi, peraltro, è calcolata in continuazione con una precedente sentenza. DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA IL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE