AGRIGENTO. Sia gli indizi di colpevolezza che le esigenze cautelari secondo il giudice sono immutati: tre indagati dell'operazione «Duty free», che avrebbe sgominato un presunto giro di tangenti all'Agenzia delle Entrate in cambio di favori e sanzioni tributarie aggiustate, restano agli arresti domiciliari. Si tratta dell'imprenditore Marco Campione, 54 anni, legale rappresentante del colosso Girgenti Acque, del suo dipendente Michele Daina, 62 anni, e del funzionario dell'Agenzia Antonino Migliaccio, 65 anni.
Il gip Francesco Provenzano, ieri mattina, ha depositato alcuni provvedimenti con cui si pronuncia sulla richiesta dei difensori di revoca o attenuazione delle misure cautelari. La quarta ordinanza riguarda, invece, uno dei due medici coinvolti, il favarese Giovanni Crapanzano, 67 anni, accusato di avere rilasciato tre certificati medici ritenuti falsi per favorire l'assenza ingiustificata al lavoro del funzionario dell'Agenzia delle Entrate, Giuseppe Castronovo, 56 anni, di Favara, finito in carcere lo scorso 10 dicembre. Il gip, pur bocciando la giustificazione fornita durante l'interrogatorio di garanzia («la conoscenza della patologia è ininfluente, avrebbe dovuto comunque visitarlo»), ha accolto in parte la richiesta del suo difensore, l'avvocato Antonino Gaziano, e ridotto da otto a due mesi la sospensione dall'esercizio della professione.
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