MENFI. Il Ministero della Salute è stato condannato a pagare un risarcimento di 300 mila euro alla sorella di un menfitano che nel 1980, all’età di 33 anni, ha contratto l’epatite C a seguito di un’emotrasfusione e che 21 anni dopo è deceduto. Lo ha deciso il Tribunale di Palermo, accogliendo le argomentazioni contenute nella citazione del legale della donna, l’avvocato Luigi La Placa. L’emotrasfusione è avvenuta presso l’ospedale di Bovolone e il menfitano ha subito un gravissimo danno biologico permanente valutato nella misura del 50 per cento. L’avvocato La Placa ha provato, in giudizio, il fatto storico dell’avvenuta emotrasfusione e che si trattava di sangue infetto che ha procurato nel soggetto l’infezione. Il nesso di causalità tra l’emotrasfusione di sangue infetto avvenuta presso l’ospedale di Bovolone e l’epatite C contratta, con conseguente danno biologico permanente, subito mentre era in vita dal congiunto dell’erede che ha agito in giudizio, ha trovato riscontro oltre che nella documentazione prodotta, anche nella consulenza tecnica di ufficio del medico -legale espletata nel corso del giudizio.