AGRIGENTO. La ragazzina, adesso sedicenne, conferma le accuse e ribadisce di essere stata costretta a subire abusi sessuali fra le mura familiari per sette anni. La psicologa, sentita - come da prassi - per confermare l'attendibilità della testimone, ribadisce la sua credibilità. Le dichiarazioni della presunta vittima, cristallizzate con le forme dell'incidente probatorio, una vera e propria anticipazione del dibattimento, potranno essere pienamente utilizzate al processo che si celebrerà nei confronti di un cinquantenne agrigentino, arrestato il 2 ottobre dai poliziotti della squadra mobile con l'accusa di avere abusato della figlia della compagna. Ieri mattina è continuato l'incidente probatorio davanti al gip Alessandra Vella che ha firmato l'ordinanza di arresto (confermata dal tribunale del riesame) su richiesta del pubblico ministero Brunella Sardoni. L'indagine è durata circa due mesi. Raccolta la denuncia della stessa ragazzina i poliziotti si sono attivati per cercare riscontri. Gli investigatori hanno ricostruito diversi episodi in cui la minore, dall'età di circa dieci anni, «è stata costretta - si legge negli atti dell'inchiesta - a subire e a praticare continui atti sessuali con il proprio patrigno, il quale la ricattava e minacciava, qualora la stessa non avesse dato seguito ai suoi desideri sessuali». L'indagato ha replicato sostenendo, durante l'interrogatorio davanti al gip, che si tratta di accuse del tutto false. La presunta vittima, nelle settimane precedenti all'arresto, accompagnata da una zia, è andata in Questura a raccontare tutto. Ha indicato particolari, date e circostanze che i poliziotti, coordinati dal pm Brunella Sardoni, hanno subito verificato tanto da fare scattare un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Lo stesso pm ha chiesto l'incidente probatorio per cristallizare le prove e ieri c'è stato un nuovo passaggio in aula. L'udienza si è celebrata nonostante lo sciopero dei penalisti perché l'indagato, difeso dall'avvocato Nicola Grillo, è in carcere. La ragazzina, in qualità di "parte offesa", è assistita dall'avvocato Monica Malogioglio. All'udienza precedente è stata ascoltata la presunta vittima che ha confermato le accuse già formalizzate ai poliziotti.