MENFI. Quattro anni e 10 mesi di reclusione per violenza sessuale su una bambina di 8 anni nel precesso, celebrato con il rito abbreviato, davanti al giudice Roberta Nodari. L'accusa, pesante come un macigno, per M.C., un disoccupato di 61 anni, era di avere toccato nelle parti intime la piccola, nipote della sua convivente. L'imputato ha sempre negato i fatti che, secondo l'accusa, sarebbero avvenuti, in una notte, a luglio del 2014. La bambina ha trascorso quella notte a casa della nonna materna ed è in quelle ore che, secondo l'accusa, sarebbe avvenuta la presunta violenza sessuale. Un singolo episodio nello stesso letto in cui si trovava la nonna che dormiva. E' stata la stessa piccola a riferire la vicenda, successivamente, alla nonna paterna. Così sono stati informati i genitori della piccola che hanno sporto denuncia e che poi al processo si sono costituiti parte civile. L'azione giudidiziaria è stata avviata a dicembre del 2014 quando nell'ufficio della Procura della Repubblica di Sciacca è arrivata la denuncia da parte dei genitori della bambina. Il sessantunenne è stato posto ai domiciliari a maggio del 2015 e poi il sostituto procuratore Michele Marrone, completate le indagini, ha chiesto il giudizio immediato, saltando, dunque, la fase dell'udienza preliminare. La difesa del sessantunenne, rappresentata dall'avvocato Calogero Lanzarone, ha chiesto il giudizio abbreviato condizionato all'esame della bambina e alla produzione di alcune foto dell'abitazione per fare emergere che sarebbe stata data dalla piccola una descrizione dei luoghi diversa rispetto a quella effettiva. L'imputato, che ha un vecchio precedente per furto, si è sempre dichiarato innocente per i fatti riguardanti questa vicenda. La linea difensiva dell'avvocato Lanzarone è che non è accaduto nulla in questa piccola abitazione.