AGRIGENTO. "I pentiti non sono attendibili ma anche se lo fossero in nessun modo è provato che ci sia stata una contropartita nel presunto accordo fra Calogero Sodano e la mafia. Basta leggere tutte le sentenze dei processi che adesso si vorrebbe rivisitare dando una lettura distorta». Dopo la requisitoria del pm della Dda, Giuseppe Fici, che al termine di tre udienze dedicate alla ricostruzione delle tesi dell'accusa ha chiesto la condanna a otto anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, ieri mattina ha replicato l'avvocato Salvatore Pennica, difensore del primo sindaco agrigentino eletto dal popolo nel 1993.
«Il pm - ha detto il legale durante la sua arringa, durata quasi due ore - sostiene che Sodano avrebbe truccato tre appalti (Nettezza urbana, urbanizzazione Favara ovest e depuratore del Villaggio Peruzzo) per ricambiare i favori elettorali avuti dal boss di Villaseta Arturo Messina. In realtà sono stati fatti tre processi che hanno escluso qualsiasi responsabilità, adesso non si può fare finta che non esistano e dare una chiave di interpretazione diversa».
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