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Delitto Truisi a Licata, "incastrati" dalle loro dichiarazioni

Sentiti in Procura, alcuni degli indagati si sarebbero contraddetti, facendo aumentare i sospetti dei magistrati su di loro

LICATA. Gli interrogatori, che hanno avuto luogo nei mesi successivi alla scomparsa di Angelo Truisi ed al ritrovamento del cadavere, per gli inquirenti sarebbero stati determinanti al fine di individuare i tre giovani che vengono accusati di avere ucciso il fabbro di 22 anni. Nel corso degli interrogatori, tenuti dal pubblico ministero Matteo Cinque e dai poliziotti della Squadra Mobile e del commissariato di Licata, secondo gli investigatori gli indagati si sarebbero contraddetti in più di un’occasione, finendo per insospettire il magistrato e gli agenti che erano al lavoro per risolvere il caso.

Dell’omicidio di Angelo Truisi, come è noto, sono accusati Salvatore Gueli di 40 anni, Diego Catania di 22 anni ed Angelo Cannizzaro di 20 anni. I tre sono stati arrestati intorno alle 3 del mattino di venerdì, quando la polizia ha bussato alle porte delle loro abitazioni e gli ha notificato l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Francesco Provenzano del Tribunale di Agrigento. Cannizzaro e Catania sono stati arrestati nelle case di Licata in cui abitano con le rispettive famiglie. Salvatore Gueli, invece, è stato arrestato dalla polizia tedesca e dallo Sco italiano a Colonia.

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