AGRIGENTO. Una città "ammutolita", raccolta in religioso silenzio di fronte alla salma dell'ultima vittima della strada. Una chiesa, quella di San Gregorio, in via Cavaleri Magazzeni, stracolma, dentro e fuori. All'interno circa 500 persone, all'esterno, nello spazio ampio più di un migliaio di agrigentini che non hanno potuto seguire le fasi dei funerali. Atmosfera surreale ma tanta, tanta fede. La morte di Gabriele Chiaramonti, la sua agonia durata 21 giorni, gente riunita per pregare e chiedere il miracolo. Ieri l'epilogo del tragico incidente di Menfi: i funerali del giovane animatore della vita notturna agrigentina, la cosiddetta "movida" di San Leone e dei locali del centro. Ad accompagnare la bara, con la salma di Gabriele, la madre, il fratello Marco, familiari, amici e conoscenti. Ma anche chi non lo ha conosciuto personalmente ed ha partecipato alle esequie: c'era anche il sindaco della città, Lillo Firetto, accompagnato dalla moglie, l'avvocatessa Russello. Firetto, lunedì sera aveva proclamato il lutto cittadino in concomitanza con le esequie di Gabriele Chiaramonti "particolarmente conosciuto in città e la sua scomparsa - ha scritto il sindaco nell'ordinanza - ha destato profonda commozione fra tutta la cittadinanza". Applausi all'uscita dalla chiesa del feretro. Presenti anche alcuni consiglieri comunali. La presidente, Daniela Catalano, aveva espresso - in una nota - la più profonda angoscia per scomparsa del giovanissimo Gabriele, agrigentino che ha amato Agrigento e che dalla città è stato amato ed apprezzato per le doti umane e professionali palesate dall'innata capacità di intessere relazioni interpersonali e dalle innovative e coinvolgenti iniziative imprenditoriali con successo intraprese. "Quando un giovane come Gabriele, solare, garbato, positivo ed eccezionalmente attivo, ci lascia prematuramente, a spegnersi non è semplicemente una vita, ma una luce". Gabriele era un ragazzo dotato di grande carisma. Le testimonianze di chi lo ha conosciuto sono arrivate a don Nino Gulli, il sacerdote che ha celebrato la messa durante i funerali del giovane agrigentino. "Non lo conoscevo personalmente - ha detto padre Gulli nell'omelia - ma in questi giorni molte persone mi hanno parlato di lui. Ho ascoltato le testimonianze di amici che l'hanno conosciuto bene. Proverò quindi a riassumere quindi con cinque parole "Gabriele, persona con grande carisma". Al termine della funzione religiosa, la bara, semplice come semplice è stato in vita Gabriele Chiaramonti, è stata portata in spalla dagli amici che non hanno saputo trattenere le lacrime e la commozione.