AGRIGENTO. Circa 20 migranti sarebbero caduti in acqua nel Canale di Sicilia prima che la barca sulla quale viaggiavano fosse raggiunta da due unità della Guardia Costiera, appena giunte a Lampedusa.
E' quanto hanno riferito alcuni extracomunitari sbarcati nel molo dell'isola agli operatori del progetto "Mediterranean Hope", finanziato dalla Federazione delle Chiese evangeliche in Italia.
Una donna ha detto di aver perso due figli e un fratello e un ragazzo del Gambia ha riferito che due suoi amici sono scomparsi tra le onde.
Ieri mattina, altri 329 migranti sono giunti nel porto di Pozzallo a bordo della nave battente bandiera irlandese "L. E. Niamh". I profughi erano stati soccorsi nel Canale di Sicilia su un barcone in difficoltà. Sono quasi tutti uomini, soltanto 10 le donne, di cui una in stato di gravidanza ricoverata in ospedale per accertamenti.
La Guardia costiera ha tratto in salvo nei giorni scorsi, a 170 miglia a sud della Sicilia, altri 362 migranti che, a bordo di un fatiscente barcone, stavano cercando di raggiungere l'Italia. Arrivata la richiesta di soccorso, sono salpate due motovedette classe 300, una da Siracusa e l'altra da Pozzallo, che hanno raggiunto e preso a bordo i migranti, 220 dei quali sono stati successivamente trasferiti a bordo di una unità militare brasiliana. L'operazione di soccorso è stata coordinata dalla centrale operativa di Roma della Guardia costiera.
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