AGRIGENTO. Gli operai della ditta di Palma di Montechiaro (Ag) che si è aggiudicata la gara d'appalto del Comune per demolire i manufatti abusivi ricadenti nella zona "A", ad inedificabilità assoluta, del parco archeologico di Agrigento, sono tornati al lavoro. In contrada Poggio Muscello, oggi, però, non ci sono le ruspe perché è in corso la rimozione delle lastre, che potrebbero contenere amianto, che ricoprono il tetto dell'ovile che parzialmente dovrà essere demolito. Soltanto quando l'area sarà bonificata, le ruspe potranno entrare in azione. A monitorare gli interventi, garantendo l'ordine pubblico, in contrada Poggio Muscello ci sono carabinieri, polizia, guardia di finanza e corpo Forestale. Le ruspe, in contrada Poggio Muscello, per radere al suolo 43 metri del manufatto adibito ad ovile, arriveranno venerdì.
La demolizione dei 43 metri di ovile, in contrada Poggio Muscello, dovrà essere conclusa, in 4 giorni complessivi di lavoro, entro sabato. Gli interventi costeranno 7.556,38 euro. Lunedì scorso, sempre a Poggio Muscello, l'impresa edile di Giuseppe Capobianco - che si è aggiudicata i lavori per un importo contrattuale netto di 66.262,72 euro - aveva proceduto alla demolizione di un muretto di cinta. Secondo il crono-programma, redatto dal Comune di Agrigento ed inviato alla Procura della Repubblica, le ruspe, dal 30 agosto al 5 settembre, saranno al lavoro in via Degli Imperatori per radere al suolo un fabbricato. Intervento che costerà 9.317 euro. Il giorno dopo e fino all'11 settembre, l'impresa tornerà, per la terza volta, in contrada Poggio Muscello; mentre dal 12 al 24 settembre sarà all'opera in via Afrodite dove verranno demoliti due fabbricati. In contrada Maddalusa le demolizioni sollecitate dalla Procura si concretizzeranno dal 25 settembre fino al primo ottobre. L'ultimo fabbricato che verrà raso al suolo si trova in contrada Cugno Vela. In questo caso, gli operai resteranno al lavoro dal 2 al 6 ottobre. I costi maggiori sono previsti per le demolizioni dei due immobili di via Afrodite: rispettivamente 25.300 euro e 21.047.
"Non riteniamo legittima e condivisibile la decisione adottata dalla Procura". Lo scrivono gli avvocati Roberto Gambino e Giacomo La Russa, difensori del proprietario del muretto di cinta abbattuto lunedì scorso a Poggio Muscello, all'interno della zona A della Valle dei Templi. I legali annunciano che si opporranno all'addebito delle spese di demolizione ai proprietari del manufatto. "Il Pm, da un lato, ha dovuto riconoscere che ad eseguire la sentenza penale poteva e doveva essere la sola autorità giudiziaria e non il Comune - scrivono i due legali - e dall'altro, a nostro avviso, ha omesso un indispensabile passaggio procedurale davanti al giudice delle esecuzione penali che era l'unico organo che avrebbe dovuto stabilire come e con chi procedere alla demolizione, con quali spese e nel contraddittorio con gli interessati". I legali richiamano uno stralcio di una sentenza della Cassazione, a sezioni unite, la numero 15/1996: "Passando alle modalità di esecuzione ed agli organi preposti, osserva questo Collegio che, essendo il titolo esecutivo costituito dalla sentenza irrevocabile, comprensiva dell'ordine di demolizione, l'organo promotore dell'esecuzione va identificato nel pubblico ministero, il quale, ove il condannato non ottemperi all'ingiunzione a demolire, non potrà che investire il giudice di esecuzione, al fine della fissazione delle modalità di esecuzione. Non resta quindi che applicare all'esecuzione dell'ordine di demolizione il procedimento attinente all'esecuzione dei provvedimenti giurisdizionali: il pubblico ministero 'cura di ufficio l'esecuzione....': ove sorga una controversia concernente non solo il titolo ma le modalità esecutive viene instaurato dallo stesso pubblico ministero, dall'interessato o dal difensore procedimento innanzi al giudice dell'esecuzione (artt. 665 ss. C.p.p.)". "Esporremo tutto in ogni sede - concludono gli avvocati Gambino e La Russa - opponendoci che ai nostri assistiti vengano addebitate le spese della demolizione" di lunedì.
Il proprietario dell'edificio abusivo, di circa 60 metri quadrati, di via Degli Imperatori, ad Agrigento, che le ruspe avrebbero dovute demolire il 30 agosto prossimo ha comunicato, questa mattina, alle autorità di aver già abbattuto la struttura muraria e di aver eliminato i detriti. Il proprietario dell'immobile, dopo gli ultimatum della Procura al Comune, Sovrintendenza e Parco archeologico, anziché attendere l'arrivo delle ruspe per la demolizione della costruzione realizzata in zona "A" del parco archeologico, ad inedificabilità assoluta, ha proceduto autonomamente, anche per evitare le spese che sarebbero state poi a lui addebitate.
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