LICATA. «Chiediamo giustizia per Angelo, vorremmo che fossero individuati al più presto i suoi assassini». A dirlo sono i familiari di Angelo Truisi, il ventiduenne di Licata scomparso il primo dell’anno e ritrovato cadavere 19 giorni dopo, ucciso a colpi di fucile a canne mozze. Un episodio, registrato proprio all’inizio del 2015, che ha scosso l’intera comunità licatese. Qualche mese fa sono stati gli amici di Angelo Truisi a sistemare un grande striscione con la foto del ragazzo sul ponte Giovanni Paolo II ed a scrivere sotto «Giustizia per Angelo».
La stessa giustizia che ora chiedono i familiari del giovane. «Sappiamo – dicono i familiari – che la polizia e la magistratura stanno lavorando senza sosta per fare luce sull’atroce delitto di Angelo, ma noi non riusciremo a trovare pace fino a quando non sapremo chi ha ucciso il nostro splendido ragazzo. È per questo che chiediamo, rivolgendoci a tutte le autorità competenti, che gli autori dell’assassinio siano assicurati al più presto alla giustizia. Che siano individuati e paghino per il terribile gesto di cui si sono macchiati. Come si fa ad uccidere, ed in questo modo, un ragazzo di venti anni che non aveva alcuna colpa?».
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Persone:
Caricamento commenti
Commenta la notizia