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Agrigento, sciopero «selvaggio» dei netturbini

Da martedì dovrebbe partire il nuovo servizio vinto dalle imprese dell’Ati. Ma per 28 lavoratori non ci sono i soldi disponibili per evitare il licenziamento.

AGRIGENTO. La «bomba ecologia» è esplosa. Quello che era nell’aria già da venerdì pomeriggio, è diventato realtà ieri mattina. Tutti i lavoratori impegnanti nel servizio di raccolta e smaltimento rifiuti del comune di Agrigento, hanno incrociato le braccia non presentantosi nelle sedi di lavoro ad inizio turno. Uno sciopero selvaggio, non concordato e non condiviso dalle organizzazioni sindacali che, oltre a portare ad una denuncia per interruzione di pubblico servizio, «omaggerà» gli agrigentini di un regalo non richiesto e cioè la più bella città dei mortali e candidata a Capitale della cultura, invasa dalla spazzatura e dalla puzza nonostante le bollette vengano pagate.

Ma i lavoratori sentono il fiato sul collo della possibilità di essere licenziati e sono esasperati. Chi saranno i 28 che da martedì potranno perdere il posto, ancora non si sa. Gli elenchi infatti, non sono ancora definiti perchè occorre che sindacati e imprese valutino una serie di criteri, anzianità anagrafica, di servizio, carichi familiari e altro. Per cui, al momento, ognuno di questi 144 lavoratori potrebbe essere fra i licenziabili.

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