LAMPEDUSA. Dei tre immigrati che si erano barricati all'interno di una grotta a Lampedusa soltanto colui che ha scagliato una pietra contro un carabiniere rischia una denuncia. Per 12 ore sono rimasti asserragliati in una grotta, al buio. Dopo avere affrontato il mare del canale di Sicilia su una barchetta, riuscita a sfuggire ai controlli della Guardia Costiera, e avere finalmente raggiunto Lampedusa, hanno tentato così di evitare il rimpatrio. L'ennesima disperata storia di immigrazione ha per protagonisti tre tunisini. Ieri mattina sono sbarcati sulla maggiore delle Pelagie a bordo di un «legno» di pochi metri. Le motovedette della Capitaneria non sono riuscite a intercettarli. Arrivati a terra con altri quattro compagni di viaggio sono fuggiti in cerca di un rifugio sicuro. E hanno trovato una grotta. Lì si sono nascosti sperando di scongiurare le procedure di identificazione, preludio a un ritorno in patria. L'avvistamento dei migranti sorpresi a terra ha fatto scattare le ricerche dei tre che sono stati rintracciati subito. È cominciata allora una lunghissima «trattativa» che si è conclusa dopo diverse ore. I vigili del fuoco e forze dell'ordine hanno cercato, senza successo, di convincerli. Contrada Grottacce è stata assediata da pompieri e polizia per tutta la notte e la mattinata. Gli agenti hanno parlato a lungo con i tre fuggiaschi tentando di persuaderli a consegnarsi alle autorità per i controlli previsti sull'immigrazione. I Vigili del Fuoco sono intervenuti con squadre da terra e mare. «Se usciamo ci rimandano a casa», hanno gridato i migranti alle forze dell'ordine. Solo dopo ore di inutili e convulse trattative, gli extracomunitari sono stati fermati. A catturarli sono stati i militari della stazione dei carabinieri e della guardia di finanza, con il supporto di alcuni gommoni. Un'operazione non semplice visto che, secondo la ricostruzione delle forze dell'ordine, i tunisini erano determinati a non arrendersi. Uno di loro ha anche lanciato un masso contro un carabiniere, rimasto lievemente ferito e poi portato al poliambulatorio di Lampedusa per essere medicato. L'autore dell'aggressione rischia la denuncia per lesioni. Dopo il fermo, i tre sono stati trasferiti all'interno del Centro di accoglienza di contrada Imbriacola dove si trovavano già gli altri connazionali con i quali avevano compiuto la traversata dalle coste nordafricane. Dopo le procedure di identificazione tutti dovrebbero essere rimpatriati.