LAMPEDUSA. «Noi ti consigliamo di non venire più a Lampedusa». Poche parole eloquenti all'interno di una busta con chiaro riferimento all'imminente seconda puntata della testimonianza del processo alla cosiddetta "cricca isolana" che, sostiene l'accusa, avrebbe gestito appalti e lavori pubblici in maniera illegittima in cambio di consistenti tangenti.
La Procura sostiene anche che due dei principali "promotori" dell'associazione, l'ingegnere Giuseppe Gabriele e l'architetto Gioacchino Giancone, avrebbero approfittato dei loro incarichi all'interno del Comune (il primo era dirigente dell'Utc, il secondo responsabile delle Attività produttive) per realizzare consistenti speculazioni edilizie e immobiliari. Licari, il 27 maggio, con l'ausilio di un proiettore dove saranno mostrati in aula anche i fotogrammi che immortalano la consegna delle tangenti, aveva iniziato la sua deposizione. Ieri mattina è proseguita ma nei giorni scorsi qualcuno ha tentato di intimidire il teste principale. A raccontarlo in aula è stato lui stesso. "Nei giorni scorsi nella cassetta della posta della mia abitazione ho trovato una busta strana con mittente "Gli amici di Lampedusa, via Roma".
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