LINOSA. Da sette mesi non hanno più l’aliscafo per andare o tornare da Lampedusa. Per spostarsi sulla più grande delle isole Pelagie, a Linosa, gli isolani fanno affidamento esclusivamente sul traghetto di linea. Motonave che, anche ieri, ad esempio, non è salpata da Porto Empedocle per il forte vento e il mare mosso nel Canale di Sicilia. Tutte le speranze erano state riposte nella gara d’appalto di venerdì scorso. Andata però deserta, e per la quinta volta, è scoppiata la protesta. Ieri mattina, gli isolani sono scesi in piazza.
In mano avevano cartelloni e striscioni con queste scritte: «La fede in Dio è l’unica cosa che ci resta, solo nell’aldilà saremo di serie A», «Negli anni ’70 confino per i mafiosi, nel 2015 confino per i linosani», «La continuità territoriale è un diritto costituzionale. Abbandonati dallo Stato, chiediamo asilo politico». Dalla piazza principale dell’isola alla sede distaccata del Municipio il passo è stato breve. I linosani si sono spontaneamente «confinati» all’interno della sede della delegazione comunale. E sarà un’assemblea permanente. «Fino a quando - annunciano, indignati, i linosani - non sarà trovata una soluzione».
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