AGRIGENTO. «Qui è un gran caos. Il punto debole sta nella procedura di controllo delle impronte digitali». Parla a Radio 24 Roberto Di Natale, procuratore capo di Agrigento. Il marocchino, arrestato con l'accusa di essere uno dei responsabili dell'attentato al museo Bardo, aveva ricevuto decreto di espulsione dal questore di Agrigento.
«Dopo un provvedimento di espulsione, te ne vai o no, non c'è modo di verificarlo - dice il magistrato -. Bisognerebbe sapere in tempo reale se uno è già entrato e ha ricevuto un'espulsione. Si sarebbero dovute raffrontare le impronte di questo soggetto che rientrava, con quelle prese a febbraio, ma non so quante volte si confrontano, considerando che abbiamo migliaia di sbarchi mensili. Probabilmente non avviene». Ricostruendo le procedure dopo uno sbarco, il procuratore Di Natale ricorda a Radio 24 che «si cercano innanzitutto gli scafisti; i migranti o fuggono o vengono sparpagliati e poi comunque fuggono: direi che è un gran caos». Secondo il procuratore, l'introduzione di un diritto d'asilo europeo «aumenterebbe anche i controlli e la sicurezza, perchè questa verrebbe garantita anche con l'aiuto degli altri paesi europei. In questo momento, l'Italia anche come attività di polizia giudiziaria ne ha fin sopra i capelli. E ritengo sia estremamente difficile fare controlli seri su tutti».
La solitudine in cui è lasciata l'Italia la rende più vulnerabile? «Certamente e invece si potrebbe aumentare la sicurezza dell'intera Europa» aiutando l'Italia, perchè «anche altri Paesi possono essere esposti» a rischi provenienti da persone sbarcate da noi.
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