AGRIGENTO. «Mentre a livello politico si discute o si cambiano strategie, la povera gente, tra cui potrebbero esserci mio padre, mia madre o mio fratello, continua a morire ed essere trattata in modo disumano prima della partenza, durante la traversata e, qualche volta, anche dopo l'arrivo». Lo sottolinea il cardinale Francesco Montenegro nella prefazione di un libro dedicato proprio alla questione immigrazione.
Il libro si chiama «Nawal, angelo dei profughi» (di Daniele Biella, Edizioni Paoline) e sarà nelle librerie da lunedì 18 maggio. Narra la biografia di Nawal Soufi, una ragazza al centro di una storia molto particolare legata a sos di profughi dal mare e accoglienza alla stazione di Catania. Lei riceve le coordinate e le comunica alla Guardia costiera e in meno di due anni si può parlare di almeno 20-30mila persone che ha contribuito a salvare, sia durante tutto il periodo di Mare Nostrum sia in questi giorni, diventando un punto di riferimento, informale ma fondamentale, per le autorità. Ha alle spalle anche una vita molto intensa, fin da piccola, di aiuto a chi è disagiato: nel libro sono raccontate, spesso con aneddoti, molte delle esperienze che ha avuto, come aprire a 18 anni con degli amici una mensa popolare in piena Catania.
«Nawal - dice il card.Montenegro additandola come esempio - ha deciso di entrare in questa storia. Ha deciso di farlo con le
capacità che si ritrova. Sa di non essere nè un politico nè la responsabile di una organizzazione non governativa. È una cittadina che ha deciso di stare dalla parte dell'uomo. Le è bastato dare il numero del cellulare a qualcuno per dare inizio a una storia lunghissima di salvataggi, di salvezza. Le pagine del libro raccontano non una storia romanzata ma una storia vera: una storia di solidarietà che nasce da una profonda compassione». L'angelo dei profughi, come chiamano tutti Nawal, oggi ha 27 anni. Di origini marocchine, è arrivata appena nata nel catanese, dove oggi vive, studia e lavora.
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