AGRIGENTO. Il "tassista", nei tempi di magra ossia quando gli affari andavano male, si offriva spontaneamente presentandosi nelle vicinanze di "villa Sikania" a Siculiana. Ai migranti ospiti, con tanto di tariffario ben prestabilito, venivano illustrate le "strade di fuga" per arrivare a Roma o a Milano. E se il migrante aveva soldi da "investire" veniva messo in contatto con chi, poi, gli avrebbe tracciato le strade da percorrere per giungere in Germania, Svezia o Finlandia. Nella maggior parte dei casi - secondo quanto ha portato alla luce l'inchiesta "Glauco 2" della Dda di Palermo e delle Squadre Mobili di Agrigento e Palermo - erano, invece, proprio i migranti che a Lampedusa e a Siculiana arrivavano già con i numeri di telefono degli uomini "tassisti" da contattare. Ad Agrigento, nel centro storico, la presunta organizzazione di trafficanti di esseri umani aveva anche delle abitazioni a disposizione. Case, nella zona di via Duomo, ma non soltanto, che venivano talvolta aperte ai migranti in fuga dai connazionali che davano ospitalità e rifugio temporaneo. La fuga dal centro d'accoglienza di Siculiana, l'eventuale ospitalità ad Agrigento e l'utilizzo degli autobus per arrivare a Roma aveva però un costo: una spesa oscillante dai 250 e ai mille euro, a seconda, naturalmente, del tipo di "servizio" offerto. Perché viaggiare in autobus aveva un costo. Un altro, invece, se si sceglieva di scappare con una macchina. E la spesa lievitava ancora se gli "amici" garantivano anche documenti di identità di comodo.
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