ROMA. Un incontro «cordiale ed informale, senza temi predefiniti» che ha permesso però di portare all'attenzione del Quirinale le preoccupazioni della Santa Sede sul gravissimo problema dei profughi che fuggono da zone devastate da guerre di varia intensità. Ma ha anche consentito un ragionamento sugli effetti della crisi economica sul tessuto sociale italiano ed in particolare sulle giovani generazioni. Ieri è infatti salito al Colle per colazione il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin insieme ai nuovi cardinali italiani nominati nel Concistoro del 14 febbraio 2015.
Mentre Mattarella sta per definire la prima visita in Vaticano (certamente non prima di Pasqua), la colazione odierna è servita per un'importante presa di contatto tra le due sponde del Tevere confermando quanto alta sia l'attenzione vaticana per il tema dell'immigrazione nel suo complesso e quanto i cardinali italiani siano attenti al disagio sociale. Grande concordanza di vedute c'è stata su una sottolineatura del problema migrazioni fatta dal cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e presidente della Fondazione Migrantes e della Commissione Cei per le Migrazioni e cioè la disattenzione dell'Europa al fenomeno.
«La Santa Sede - ha detto ieri Montenegro e la sostanza ha ripetuto oggi al Quirinale - auspica che gli Stati membri europei possano condividere efficaci misure comuni per affrontare questioni di prioritaria importanza, come l'assistenza di emergenza ai richiedenti asilo e la creazione di canali umanitari per facilitare le procedure burocratiche e ridurre i centri di detenzione, la protezione dei minori non accompagnati, il ricongiungimento familiare e il contrasto alla migrazione irregolare per vincere la battaglia contro il contrabbando e il traffico di esseri umani». Un fenomeno, quest'ultimo, «che il Santo Padre Francesco ha definito 'piaga vergognosa del nostro tempò». Naturalmente il pranzo con i nuovi cardinali (presenti, oltre Montenegro anche il cardinale Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona-Osimo e monsignor Adriano Bernardini, nunzio apostolico in Italia) non poteva non dedicare attenzione alla perdurante crisi economica che tanto sta gravando sugli italiani con maggiori ricadute nel Mezzogiorno. Ma è la disoccupazione giovanile, insieme all'impoverimento anche culturale del Paese, a preoccupare i vescovi italiani che ben radicati nel territorio invitano a non sottovalutare il problema. Rilievi e preoccupazioni tutti registrati dal Quirinale.
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