SCIACCA. Era accusato di avere riciclato i bicchieri di pop-corn usati e di avere realizzato 20/30 euro a sera al bar del cinema nel quale lavorava. In primo grado Salvino Crapanzano, 49 anni, era stato condannato per truffa a 8 mesi di reclusione, con pena sospesa, e al risarcimento di 7 mila euro alla parte civile. In appello la sentenza è stata riformata e per lui è arrivata l’assoluzione perché il fatto non sussiste. Così ha deciso la seconda sezione penale della Corte di Appello di Palermo, accogliendo la richiesta avanzata dal difensore di Crapanzano, l’avvocato Calogero Dimino.
Per i giudici d’appello «l’imputato deve essere assolto per non essere stata raggiunta prova certa della sussistenza del fatto». Il procuratore generale aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado, salvo che il reato non sia già estinto per prescrizione. Il difensore, invece, l’assoluzione ed in subordine di dichiarare il reato estinto per prescrizione. I fatti riguardano gli anni compresi tra il 2000 e il 2007.
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