AGRIGENTO. «L'ex presidente della Provincia Eugenio D'Orsi non ha mai agito per il bene pubblico ma solo per il proprio tornaconto. Si è fatto una casa gratis. Nessuno gli chiedeva soldi perché sperava di essere ricompensato con appalti e incarichi pubblici»: il pm Carlo Cinque, che fra la mattina e il pomeriggio di ieri si è alternato con il procuratore aggiunto Ignazio Fonzo, chiude la requisitoria con una sintesi «sulla personalità dell'imputato». Poi la richiesta: sei anni di reclusione per tutti i reati, nessuno escluso, oltre all'interdizione perpetua dai pubblici uffici e all'invito, fatto da Fonzo ai giudici, «a valutare la trasmissione degli atti alla Corte dei conti per i danni erariali ulteriori a quelli per cui è stato condannato». L'ultimo presidente della Provincia è accusato di una lunga serie di reati: concussione, peculato, truffa e abuso di ufficio. I capi di imputazione - una cinquantina in tutto - racchiudono diversi filoni di indagine.
«Tre anni fa - ha rivelato il procuratore aggiunto Ignazio Fonzo ieri mattina - avremmo voluto chiedere un provvedimento cautelare ma non lo abbiamo fatto perché abbiamo preferito subito andare a processo. Per questo abbiamo chiesto il giudizio immediato e il giudice ci ha dato ragione». Ben cinque ipotesi di reato ruotano attorno alla ristrutturazione della sua casa di Montaperto. Si tratta di due ipotesi di peculato e tre di concussione. «
«Lavori gratis nella sua villa». «D'Orsi - ha spiegato Cinque - si rivolge all'architetto Vincenzo Buono per il progetto della sua villa perché è un precario della Provincia che si guarderà bene dal chiedergli il conto. E infatti Buono fa un lavoro, emette fattura e quindi paga le tasse ma senza avere mai un centesimo. Evidentemente sperava in favori di altra natura».
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