AGRIGENTO. Anche cinque Comuni dell’agrigentino (14 se si considerano anche qelli del nisseno) investiti dallo stop alle risorse idriche che comincia oggi. A Casteltermini, Aragona, Canicattì, Campobello di Licata e Ravanusa, per tre giorni non ci sarà distribuzione, e ciò malgrado gli invasi siano stracolmi grazie alle copiose piogge delle ultime settimane. ”A provocare l'interruzione - scrive Siciliacque in una nota diffusa ieri - è un intervento di riparazione che dovrà essere effettuato in corrispondenza dello scarico retrostante la stazione ferroviaria di Acquaviva Platani. I lavori costringeranno Siciliacque ad interrompere l'esercizio dell'acquedotto Fanaco. Contemporaneamente saranno eseguiti altri interventi per la riparazione di perdite in contrada Cozzo Canne (territorio di Castronovo) e in contrada Passo del Barbiere (nei pressi di Cammarata) e la sostituzione di apparecchiature sulla statale 189 in contrada Gilferraro”. Ecco quando, secondo Siciliacque, nei Comuni dell’agrigentino e del nisseno interessati dall’interruzione, riprenderà l’erogazione idrica. ”Ad Acquaviva entro le 18 di sabato, a Milena e Mussomeli, entro la mezzanotte dello stesso giorno, a Campofranco e Sutera entro le 22 di sabato; a Bompensiere a Montedoro entro le 2 di domenica e nello stesso giorno a Delia e Sommatino”. A sorprendere è soprattutto il fatto che il Fanaco, che serve i Comuni dell’agrigentino, è al gran completo. Non è a secco, come può capitare in periodi di grande siccità, ma dispone di tutta l’acqua necessaria per consentire la distribuzione in tutti i centri dellla provincia serviti da questo invaso. E’ scontato che rimanere senz’acqua per tre giorni creerà, ai residenti nei cinque Comuni interessati, disagi ai quali avrebbero fatto volentieri a meno.