FAVARA. Condanna confermata: due anni e due mesi di reclusione oltre a 600 euro di multa. I giudici della seconda Corte di appello di Palermo non modificano la sentenza, emessa il 13 maggio dell'anno scorso dal gup di Agrigento Alessandra Vella, nei confronti del favarese Michele Crapanzano, 44 anni, accusato di essere entrato con l'inganno nell'abitazione di un'anziana disabile e di avere cercato di rapinarla dopo avere stretto del filo di ferro attorno al collo del figlio della donna. Il favarese, che è difeso dall'avvocato Daniela Posante, è stato arrestato il 15 giugno del 2013 dai carabinieri con l'accusa di tentata rapina, lesioni e violenza privata.
I militari lo hanno individuato al termine di un'indagine lampo per via di alcuni errori grossolani che avrebbe commesso fra cui la stessa scelta delle vittime con cui sarebbe stata persino una conoscenza di natura familiare. L'operaio, secondo quanto aveva ricostruito il pm Brunella Sardoni durante la requisitoria del processo di primo grado, sarebbe entrato nell'abitazione di una donna di 96 anni disabile e del figlio fingendosi un addetto alla riscossione di una non meglio precisata bolletta. Il suo presumibile intento sarebbe stato quello di approfittare delle condizioni fisiche precarie dell'anziana donna per rapinarla. Una volta riuscito a entrare all'interno della casa avrebbe aggredito il figlio tentando di mettergli attorno al collo un filo di ferro e scaraventando per terra l'anziana madre. Poi, dopo le grida della donna, si sarebbe dato alla fuga senza portare via nulla ma i carabinieri lo hanno arrestato poco dopo perché le vittime lo hanno riconosciuto in foto.
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