AGRIGENTO. All'ultima udienza era stata bocciata la costituzione di parte civile di Confindustria Centro Sicilia perché, come aveva sottolineato il gup Stefano Zammuto nella sua ordinanza, "l'ente non esisteva quando sarebbero stati commessi i reati, non può quindi avere subito nessun danno dagli imputati". Ieri, all'udienza preliminare nei confronti degli ex vertici del Consorzio Asi, ormai in liquidazione, ci ha riprovato la sezione agrigentina dell'associazione imprenditoriale a costituirsi in giudizio.
Ma soprattutto è saltata fuori la richiesta di costituzione, formalizzata in aula, della Presidenza della Regione siciliana. Le richieste hanno trovato l'opposizione agguerrita dei difensori degli imputati (fra gli altri gli avvocati Campo, Parisi, Cusumano, Gaziano e Galluzzo) e alla fine il giudice ha deciso di rinviare al 24 febbraio per sciogliere la riserva.
All'udienza precedente era stata ammessa la costituzione di parte civile del solo consorzio Asi ed erano state bocciate Confindustria Centro Sicilia e l'Irsap, quest'ultima "perché - ha detto il giudice leggendo l'ordinanza - ci sarebbe un'indebita proliferazione di richieste risarcitorie visto che l'istituto ha inglobato l'Asi". Nella lista degli imputati, oltre all'ex presidente Stefano Catuara, 51 anni, ci sono dieci fra dirigenti e funzionari.
Si tratta di Antonino Casesa, 57 anni; Rosario Gibilaro, 60 anni; Salvatore Callari, 54 anni; Maurizio Bonomo, 42 anni; Eugenio Esposto, 65 anni; Salvatore Gangi, 67 anni; Filippo Siracusa, 44 anni; Girolamo Cutrone, 53 anni; Francesca Marcenò, 56 anni; e Giuseppe Sorce, 59 anni. Le accuse contestate a vario titolo sono l'abuso di ufficio, la truffa e il peculato.
ALTRE NOTIZIE SUL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA.
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia