FAVARA. Il consulente tecnico nominato dalla difesa del funzionario del Comune Giacomo Sorce, l’urbanista Giuseppe Cancemi, ribadisce le sue tesi: «L’architetto predispose tutti gli adempimenti che andavano fatti nel breve periodo in cui gli competeva e trascorso il quale passarono dieci anni prima che la palazzina crollasse. La situazione era già compromessa da decenni». Come in tutti i processi di questo tipo, anche in quello per crollo dell’immobile di via del Carmine, dove il 23 gennaio del 2010 restarono uccise le sorelline Chiara e Marianna Bellavia di 3 e 14 anni, sarà decisivo il punto di vista dei tecnici. Ieri mattina, davanti al collegio di giudici presieduto da Giuseppe Melisenda Giambertoni (a latere Maria Alessandra Tedde e Giancarlo Caruso), è stato concluso l’interrogatorio di Cancemi, nominato consulente dal difensore del funzionario comunale, l’avvocato Salvatore Pennica. Il docente di urbanistica ha dato una ricostruzione del tutto diversa rispetto agli ingegneri Giuseppe Riccobene e Carlo Butticè, consulenti del pm Santo Fornasier, che avevano definito “poco incisivi gli interventi realizzati dopo i crolli circostanti”. Subito dopo è stato ascoltato il tenente dei carabinieri Gabriele Treleani, comandante della Stazione di Favara: «Dopo il crollo ci siamo attivati con tutte le nostre forze, anche molti cittadini ci hanno aiutato per cercare di salvare le due bambine». ALTRE NOTIZIE SUL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA OGGI