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Agrigento, il caso dei centri commerciali: parte il processo d'appello

In primo grado, il 12 settembre del 2012, il collegio di giudici presieduto da Ottavio Mosti ha deciso l'assoluzione di tutti i quattordici imputati

AGRIGENTO. È ripartito con uno scontro all'arma bianca fra difesa e parte civile il processo di appello sulle presunte irregolarità legate alla realizzazione dei due centri commerciali cittadini. Da una parte il legale di parte civile Giuseppe Arnone, difensore dell'imprenditore Giuseppe Burgio, che chiede di produrre gli atti del processo per concorso in associazione mafiosa a carico dell'ex sindaco Calogero Sodano, i verbali del pentito Franco Cacciatore e persino di rinunciare al mandato e diventare testimone. Dall'altra l'avvocato Giuseppe Scozzari, difensore dell'imprenditore Gaetano Scifo, che ha replicato attaccando Arnone. "In questo processo ha fatto prima l'indagato, poi il denunciante, il consigliere comunale, la parte civile e adesso vuole fare il testimone". Nel merito ha poi sostenuto che "sono atti che nulla hanno a che fare col processo e non fanno parte dei motivi di appello".

Arnone ha controreplicato dicendo, fra le altre cose, che "il pentito Cacciatore parla di Scifo e dei suoi legami affaristici con il boss Cesare Lombardozzi". Dopo un durissimo scontro verbale - anche l'avvocato Rosa Salvago si è opposta alle richieste di Arnone - i giudici della terza sezione della Corte di appello di Palermo presieduta da Biagio Insacco si sono ritirati in camera di consiglio ma sono usciti senza leggere alcuna ordinanza. La riserva sarà sciolta il 25 febbraio. In primo grado, il 12 settembre del 2012, il collegio di giudici presieduto da Ottavio Mosti ha deciso l'assoluzione di tutti i quattordici imputati.

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