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Agrigento, l'inchiesta "i soliti ignoti": chieste due condanne

I pm hanno avanzato pure sei proscioglimenti fra assoluzioni nel merito e problemi di «procedibilità»

AGRIGENTO. Due richieste di condanne e altre sei di proscioglimento fra assoluzioni nel merito e problemi di "procedibilità". A distanza di oltre quattro anni dall'operazione "I soliti ignoti", quando la quasi totalità delle altre posizioni ha già avuto un verdetto giudiziario definitivo fra rito abbreviato e patteggiamento, il pubblico ministero Brunella Sardoni ha concluso la sua requisitoria. Otto gli imputati del troncone ordinario del processo che si sta concludendo davanti al giudice monocratico Francesco Paolo Pizzo. L'operazione "I soliti ignoti" con diciannove indagati, dieci dei quali arrestati e due colpiti da obbligo di dimora, è stata eseguita dai carabinieri il 27 gennaio del 2011. L'ordinanza cautelare era stata firmata dal gip Stefano Zammuto e l'udienza preliminare che poi, come sempre, è servita a dividere il procedimento in vari tronconi si è celebrata davanti al gup Alberto Davico.

Secondo l'accusa la banda avrebbe messo a segno numerose truffe e rapine nonché furti in vari negozi. La procura ipotizza anche un giro di spaccio di stupefacenti e vari episodi delittuosi collegati. Il pm Sardoni ieri pomeriggio, dopo un articolato dibattimento, ha ritenuto chiarite quasi tutte le posizioni. Per il principale imputato, il favarese Giacomo Lauricella Luca, 53 anni, sono stati proposti un anno e otto mesi di reclusione e una multa di 2000 euro. L'altra condanna (otto mesi di reclusione) è stata chiesta per Salvatore Di Fede, 65 anni, di Agrigento. Per Francesco Fanara, 59 anni, di Favara, è stato chiesto il proscioglimento perché l'accusa di truffa ai danni di un rappresentante di attrezzi agricoli che avrebbe venduto a lui e ad altri componenti della banda dei macchinari, secondo il pm, non sarebbe punibile perché la querela all'epoca, sei anni fa, sarebbe stata presentata in ritardo.

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