AGRIGENTO. Dodici imprenditori di Agrigento, accusati di turbativa d’asta – reati che sarebbero stati commessi tutti nel trapanese – sono stati condannati dal Tribunale di Trapani a pene variabili tra quattro e quindici mesi di reclusione, pena sospesa. Per due di loro – Salvatore e Gaetano Fallea, il giudice Alessandra Camassa ha stabilito che la sospensione della pena è subordinata “allo svolgimento, con inizio entro tre mesi dal passaggio in giudicato della presente sentenza, di attività lavorativa non retribuita per la durata rispettivamente di sei mesi e di nove mesi, per tre giorni alla settimana e per due ore al giorno, in favore dell’Ente che verrà individuato dall’Ufficio Uepe” (si tratta degli Uffici di esecuzione penale esterna: sono articolazioni territoriali ed operative dell’Amministrazione penitenziaria). Gli altri condannati sono: Giuseppe e Stefano Fallea, Carlo Cavallaro, Roberto Marchica, Gaspare Castronovo, Antonio Bellavia, Gaspare Chianetta, Jessica Bernardo, Onofrio Scrima e Calogero Imbergamo. Il processo, iniziato dinanzi al giudice monocratico il 21 settembre 2012, scaturisce da un’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Massimo Palmeri. I reati sarebbero stati commessi tra il 2009 e il 2011. Dalle indagini è emerso che sarebbero state compiute più turbative, mediante una tecnica consolidata: presentavano “offerte caratterizzate da percentuali di ribasso assai contenute e, comunque, alquanto inferiori rispetto a quelle proposte da quasi tutti gli altri partecipanti, allo scopo di alterare la media – sulla cui base si sarebbe poi proceduto all’aggiudicazione della gara – delle offerte provenienti dalle imprese ammesse, in modo da far assumere ad essa un valore il più vicino possibile ad uno dei ribassi proposti.”
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