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"Pizzo a Porto Empedocle", licatese nei guai

Disposto l’obbligo di dimora per Gabriele Vapore, coinvolto nell’inchiesta che portò ad un arresto a dicembre per la presunta estorsione ai danni di due panettieri

PORTO EMPEDOCLE. «Estorsione aggravata in concorso» e «tentata estorsione in concorso». È per queste ipotesi di reato che i poliziotti del commissariato «Frontiera» hanno notificato, nella giornata di lunedì, la misura cautelare dell'obbligo di dimora nel Comune di residenza a Gabriele Vapore, 34 anni, di Licata.

Il sostituto procuratore, titolare del fascicolo di indagine, Matteo Delpini, aveva chiesto la custodia cautelare in carcere. Il Gip del tribunale di Agrigento, Alessandra Vella, ha invece firmato una misura cautelare meno afflittiva, ossia l'obbligo di dimora a Licata con la prescrizione di non allontanarsi da casa dalle 21 alle ore 7. Questa misura cautelare non è che il prosieguo di un'inchiesta che, già lo scorso 30 dicembre, aveva portato - davanti ad un istituto di credito del quartiere di Piano Lanterna di Porto Empedocle - all'arresto, in flagranza di reato, di Angelo Lo Giudice, disoccupato licatese di 45 anni, posto ai domiciliari.

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