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La «Carica delle 104» ad Agrigento, il bidello e consigliere comunale Alaimo resta in carcere

Il blitz scattò a fine settembre. Restano rinchiusi a Petrusa anche i medici Candioto e Scimè ed il raffadalese Rampello

AGRIGENTO. Il bidello Antonio Alaimo, 53 anni, di Favara, dipendente dell’Istituto Alberghiero nonché consigliere comunale, sospeso dopo l’operazione “La carica delle 104”, di cui è ritenuto il personaggio chiave, resta in carcere.
Lo ha deciso il gip Alessandra Vella rigettando la richiesta del difensore, l’avvocato Calogero Raia. Il legale aveva chiesto un’attenuazione della misura cautelare dopo la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari che nelle prossime settimane farà approdare l’inchiesta in aula. In particolare, nell’istanza, veniva sottolineato che il decorso del tempo e la chiusura dell’attività investigativa avessero fatto venire meno o, comunque, attenuare le esigenze cautelari.
Il gip, invece, ha ritenuto che la gravità delle contestazioni e del quadro indiziario fossero tali da rendere necessaria la conferma del provvedimento restrittivo. Alaimo è ritenuto il capo di una delle due bande che avrebbero messo in piedi la presunta “fabbrica” di finti invalidi.

Il favarese è considerato un intermediario e procacciatore d'affari, un vero e proprio anello di congiunzione fra i vari componenti della presunta organizzazione criminale. In carcere, il 22 settembre, giorno in cui è scattata l’operazione della Digos, sono finiti anche tre medici accusati di avere intascato denaro in cambio dell’attestazione di false patologie. Sono Giuseppa Gallo, 61 anni, di Naro, specializzata in pneumologia; Giuseppe Candioto, 61 anni, reumatologo; e Antonino Scimè, 64 anni, di Agrigento. L’ultimo indagato finito in carcere è Daniele Rampello, 47 anni, baby pensionato di Raffadali, ritenuto uno dei personaggi di spicco del sodalizio.

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