PALMA DI MONTECHIARO. "Sono venuti due uomini, uno alto e uno basso. Mi hanno detto che dovevo loro fare un bel regalo. Volevano 400 euro perchè erano della mafia". Hongliang Zhang, commerciante cinese da una decina di anni trapiantato a Palma, ribadisce in aula le accuse ai suoi presunti estorsori. Prima, rispondendo al pm della Dda Emanuele Ravaglioli, è titubante: "Quello dentro la cella davanti a me dovrebbe essere quello basso - dice rivolgendosi al palmese Giovanni Alotto, 32 anni - ma non posso dirlo con certezza sono passati quasi tre anni". Zhang, assistito dall'interprete anche se in realtà non ce n'è stato bisogno visto che parlava e capiva l'italiano molto bene, ha confermato le accuse che hanno portato prima all'arresto e poi al processo di tre palmesi accusati di estorsione. Oltre ad Alotto è imputato Calogero Amato, 42 anni. Il terzo imputato, Giuseppe Mulè, 47 anni, in abbreviato è stato condannato a sei anni, undici mesi e dieci giorni di reclusione. Tre gli episodi al centro dell'inchiesta. Uno riguarda una presunta estorsione al farmacista Claudio Miceli che il 31 agosto del 2012, poco dopo la richiesta di denaro alla quale si oppose, avrebbe subito anche un agguato (non contestato agli imputati) a bordo della sua auto. Il terzo episodio (l'unico in cui è coinvolto Amato) riguarda una presunta estorsione a Santo Barbagallo, amministratore dell'hard discount Forté di Palma di cui lo stesso Amato era dipendente e che avrebbe fatto da basista dando informazioni a Mulè e Alotto ai quali il pm contesta tutti i tre episodi. ALTRE NOTIZIE NEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA