LICATA. Una ferocia inaudita, selvaggia, persino difficile da immaginare. Difficile riuscire ad accettare che un uomo (in questo caso, molto probabilmente, un gruppo di uomini) possa spingersi a tanto. Il giovane rinvenuto cadavere ieri mattina in contrada Nicolizia, zona di mare che dista circa sei chilometri dal centro abitato, è stato ammazzato utilizzando dei corpi contundenti, forse dei bastoni, probabilmente delle spranghe di ferro o addirittura delle pietre. Presentava, secondo quanto emerso dalla prima ispezione cadaverica eseguita dal medico legale sul posto, il cranio letteralmente fracassato ed anche per questo era irriconoscibile. E poi sangue (rappreso), tantissimo sangue, dappertutto. Accanto al corpo, ma anche sulla terrazza della villa abbandonata dove è stata rinvenuta il corpo decomposto. Ciò, secondo gli inquirenti, non lascia dubbi sul fatto che l’omicidio sia avvenuto nello stesso luogo del ritrovamento del cadavere, ma anche che l’assassinio potrebbe essere durato alcuni minuti, magari con la giovane vittima che ha provato a sottrarsi alla furia omicida dei suoi killer, ma senza riuscirvi. Per ciò che concerne l’identità del cadavere gli inquirenti hanno pochi dubbi sul fatto che possa trattarsi di Angelo Truisi, il fabbro di 22 anni scomparso lo scorso 22 di agosto. La certezza la darà solo la prova del Dna, ma la madre del ragazzo, giunta ieri pomeriggio sul posto, avrebbe riconosciuto una scarpa ed un mazzo di chiavi trovati vicino al cadavere. L'ARTICOLO INTEGRALE NEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA