RIBERA. Annullamento con rinvio ad altra sezione della Corte di Appello di Palermo della confisca dei beni di Biagio Smeraglia, di 50 anni, noto imprenditore edile. Così ha deciso la Corte di Cassazione. Smeraglia è stato assolto, con sentenza definitiva, dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, nel processo scaturito dall'operazione "Scacco Matto". Nei suoi confronti, però, è stata applicata la misura di prevenzione personale e patrimoniale, adesso cancellata, con rinvio, dalla Cassazione. I beni di Smeraglia che sono stati bloccati hanno un valore complessivo di oltre un milione di euro: tre imprese di costruzioni, la Scv, la Zenit e l'impresa individuale Smeraglia Biagio. Ci sono anche 11 beni immobili e conti correnti.
La difesa di Smeraglia, rappresentata dagli avvocati Roberto Tricoli, Luigi Miceli Tagliavia e Fabio Buttafuoco, ha riproposto argomenti già trattati nel processo Scacco Matto e contestato l'accusa di fondo che era quella di avere costituito una società di fatto con la famiglia Capizzi di Ribera. Di Smeraglia hanno parlato i collaboratori di giustizia Calogero Rizzuto e Maurizio Di Gati. L'impresa di Smeraglia prima dello stop subito dalle inchieste della magistratura aveva svolto importanti lavori nel territorio, nel Verdura Golf Resort di Rocco Forte e per la costruzione dell'acquedotto Favara di Burgio. Il Tribunale di Agrigento aveva disposto il sequestro dei beni di Smeraglia il 7 novembre del 2011. La conferma, da parte della Corte di Appello di Palermo, è arrivata il 28 febbraio del 2014. Adesso l'annullamento con rinvio da parte della Cassazione. L'assoluzione di Smeraglia dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, invece, è già definitiva dopo la decisione del Tribunale di Sciacca, confermata dalla Corte di Appello di Palermo.
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