CANICATTI'. Settantenne spintonata e uccisa: a distanza di sei anni dalla presunta aggressione, scaturita da una banale lite per questioni di vicinato, il ventottenne Ivan Giardina rischia una condanna per l'accusa di omicidio preterintenzionale. Per il pubblico ministero Santo Fornasier non ci sono dubbi: senza quel colpo che le provocò la caduta Giuseppa Lo Sardo, non molto anziana ma affetta da diverse patologie, non sarebbe morta. Sei anni e otto mesi di reclusione è la pena proposta dal pm che ha pure riconosciuto le attenuanti generiche al giovane imputato. La vicenda, particolarmente complessa, in un primo momento aveva rischiato di coinvolgere i medici dell'ospedale Barone Lombardo di Canicattì dove la donna era stata ricoverata. "Sulla base di quello che ci dicono i consulenti - ha ricostruito Fornasier nella requisitoria - non ci sono dubbi sul fatto che è stato il trauma provocato dalla caduta in seguito allo spintone a provocare la morte della donna che era affetta da gravi patologie. C'è un nesso indiscutibile fra l'aggressione e la morte e quindi Giardina va condannato". I due pare avessero litigato più volte per un ombrellone che il giovane teneva in un'area attigua a quella dell'anziana vicina di casa che mostrava di essere infastidita della sua presenza. La presunta aggressione si sarebbe consumata il 14 giugno del 2009 nei pressi di via Bonghi, a Canicattì. Fra il giovane e la donna sarebbero sorti dei banali contrasti di vicinato. Giardina - secondo la ricostruzione della Procura - avrebbe spintonato la donna, dopo averla incontrata per strada e al culmine di un litigio, per farla cadere a terra. Giuseppa Lo Sardo si presentò in ospedale dicendo di essere caduta e di avere battuto il fianco e l'addome. ALTRE NOTIZIE NEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA