AGRIGENTO. Ha lasciato dietro di se un vespaio di polemiche la decisione presa la settimana scorsa dall’assemblea dei sindaci dei comuni aderenti al Consorzio Acquedottistico Tre Sorgenti relativa alla cessione delle reti idriche dello stesso alla Girgenti Acque. Le questioni più spinose della vicenda, oltre a quella riguardante la tempistica dell’effettivo passaggio delle reti del Consorzio alla Girgenti Acque, fanno riferimento alla situazione incerta dei lavoratori attualmente in servizio al Tre Sorgenti ed , per quanto riguarda il caso specifico del comune di Canicattì, alle polemiche sollevate in merito all’atteggiamento del sindaco Vincenzo Corbo il quale nel sostenere ed appoggiare la soluzione della consegna delle reti è venuto meno al mandato affidatogli nei mesi scorsi dal Consiglio comunale relativamente all’impegno dell’amministrazione comunale a sostenere la “ battaglia” per il ritorno alla gestione pubblica dell’acqua.
Per quanto riguarda il futuro dei lavoratori del Consorzio al momento vi sono più dubbi che certezze. La cessazione dell’attività del Consorzio prevedrebbe infatti il loro transito all’Ato Idrico che poi dovrebbe “comandare” gli stessi alla Girgenti Acque.
Si tratterrebbe della stessa situazione vissuta dai dipendenti del Voltano Spa che, però, una volta comandati dall’Ato Idrico a Girgenti Acque dopo pochi mesi sono stati rispediti al mittente in quanto non ritenuti necessari dalla società privata che gestisce il servizio idrico in provincia di Agrigento. La delibera dell’assemblea dei sindaci, votata favorevolmente dai comuni di Canicattì, Ravanusa e Licata, rischia di far esplodere pesanti diatribe politiche invece a Canicattì dove l’opposizione ha criticato pesantemente la scelta del sindaco Vincenzo Corbo alla luce del diverso indirizzo che il Consiglio comunale aveva dato all’amministrazione proprio in tema di gestione del servizio idrico. GI. MO.
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