MENFI. Omicidio colposo e guida in stato di alterazione psicofisica, sotto l'effetto di sostanze stupefacenti, cannabinoidi. Sono queste le ipotesi di reato che la procura della Repubblica di Palermo contesta al menfitano Giovanni Titone, di 30 anni, per il quale ieri il gup, Riccardo Ricciardi, ha disposto il rinvio a giudizio. L'incidente stradale è quello nel quale, a novembre dello scorso anno, nello scontro tra la Ford Focus condotta da Titone e una Fiat Punto con a bordo due coniugi di Roccamena, morirono cinque persone sulla Fondovalle Palermo-Sciacca. Le vittime: il figlio di Titone, Alberto, di 3 anni; la moglie, Maria Mergola, di 25, madre del bambino; Rosa Pilo, di 51, madre di Titone. Sull'altra auto viaggiavano Rosario Lo Re, di 68 anni, e la moglie, Maria Ciaccio, di 71. Anche per loro non c'è stato nulla da fare. Nell'incidente sono rimasti feriti lo stesso Giovanni Titone e un altro figlio del menfitano. Secondo gli accertamenti svolti dai carabinieri e confluiti agli atti dell'indagine Titone avrebbe affrontato la curva in cui è avvenuto l'impatto a 110 chilometri orari, una velocità superiore a quella massima consentita nelle strade extraurbane che è di 90 chilometri orari. ALTRE NOTIZIE SUL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA OGGI