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Palma, Miceli racconta in aula l’agguato

Il farmacista sotto scorta: «Mi aspettavano sul ciglio della strada, per fortuna i proiettili si sono conficcati nella carrozzeria»

PALMA DI MONTECHIARO. "Due uomini a bordo di una motocicletta mi hanno affiancato mentre raggiungevo il Villaggio Mosè da Palma con la mia auto. Attendevano sul ciglio della strada, mi hanno sparato due colpi e sono fuggiti facendo un'inversione. Per fortuna i proiettili si sono conficcati nella carrozzeria". Il farmacista Claudio Miceli, circondato dagli uomini della scorta che dopo questo episodio gli è stata assegnata, ha raccontato in aula l'agguato di cui è rimasto vittima il 31 agosto di due anni fa. Sul banco degli imputati, con l'accusa di tentata estorsione con metodo mafioso, ci sono due palmesi. Si tratta di Giovanni Alotto, 31 anni, e Calogero Amato, 40 anni.

Il terzo imputato, Giuseppe Mulè, 46 anni, in abbreviato è stato condannato a sei anni, undici mesi e dieci giorni di reclusione per questo episodio contestato insieme ad Alotto. Amato è accusato invece di un'altra tentata estorsione insieme a Mulè e Alotto. È stato proprio Mulè il principale destinatario dei sospetti di Miceli. "Lo conoscevo da tempo - ha detto rispondendo al pm Emanuele Ravaglioli - perché la zia era mia vicina di casa e in una circostanza gli avevo dato in prestito la mia auto Bmw per un matrimonio. Una mia collaboratrice qualche giorno prima dell'attentato mi disse che Mulè mi aveva cercato quando non c'ero. Poi, dopo qualche giorno, ci siamo visti in un bar insieme ad Alotto".

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