PALMA DI MONTECHIARO. I risultati ufficiali si conosceranno tra sessanta giorni, quando verrà depositata in procura la perizia, ma l’esame autoptico eseguito ieri sulla salma di Alina Condurache avrebbe confermato quanto annunciato dai carabinieri all’indomani del delitto. La rumena di 22 anni, residente a Naro ma che da qualche tempo abitava a Palma di Montechiaro, è stata uccisa da due colpi di pistola di medio calibro, probabilmente una 7,65.
Il medico legale, Procaccianti dell’Università di Palermo, nel corso dell’autopsia eseguita ieri nell’obitorio del cimitero di Licata, avrebbe rilevato due fori, tra l’addome e l’inguine di Alina Condurache, provocati da altrettanti colpi di pistola che, secondo l’accusa, sono stati esplosi dal fidanzato della ragazza, Angelo Azzarello, in carcere dalle prime ore del mattino di giovedì in stato di fermo come indiziato di delitto. Sarebbe stata trovata, però, soltanto un’ogiva, ciò che resta di uno dei due proiettili. L’altro, invece, dopo avere colpito la ragazza è uscito. Sull’ogiva ritrovata i carabinieri eseguiranno la perizia balistica per stabilire il calibro della pistola che ha sparato. Gli inquirenti ipotizzano che possa trattarsi di una 7,65, ma visto che l’arma non è stata ancora ritrovata, solo la perizia balistica sull’ogiva potrà stabilire con esattezza il calibro. L’esame autoptico avrebbe confermato che Alina Condurache è morta per l’emorragia interna causata dai due proiettili che l’hanno colpita. I colpi sarebbero stati sparati da distanza ravvicinata, nel corso della colluttazione tra i due giovani seguita all’alterco che era iniziato nell’abitazione di contrada Cipolla, di proprietà degli Azzarello.
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