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Mafia a Porto Empedocle, chiesti dieci anni per Anna Messina

PORTO EMPEDOCLE. All'udienza precedente si era difesa spiegando di non essere mafiosa. "Se lo fossi stata - aveva detto - mi avrebbero arrestata prima visto che per dieci anni sono stata pedinata e intercettata ventiquattro ore al giorno. Al massimo ho aiutato mio fratello ma l'ho fatto per amore, i messaggi che mi inviava riguardavano solo questioni di natura familiare". Il pm Rita Fulantelli le ha creduto poco e ieri mattina ne ha chiesto la condanna: dieci anni di reclusione per Anna Messina, 36 anni, sorella del boss Gerlandino, 7 anni più grande, ex capo di Cosa Nostra di Agrigento, finita il 6 febbraio agli arresti domiciliari con l'accusa di avere fatto da "segretaria" al fratello durante gli anni della latitanza.

La pena proposta, peraltro, è ridotta di un terzo per effetto del rito abbreviato. La donna è imputata insieme al fratello Gerlandino con l'accusa di favoreggiamento reale aggravato dall'avere agevolato l'associazione mafiosa. Inizialmente le veniva contestato il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Con l'avviso di conclusione delle indagini, invece, l'imputazione è stata qualificata in maniera più lieve. Non si sarebbe limitata ad aiutare il fratello - secondo il pm - anche perché il favoreggiamento fra familiari non è punibile. La donna, veicolando messaggi e direttive all'esterno, attraverso cui il boss avrebbe continuato a gestire gli affari sul territorio, avrebbe "contribuito a rafforzare l'associazione mafiosa".

 

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