FAVARA. Il Fabaria Rally dedicato al presunto boss Carmelo Milioti e il Daspo inflitto agli organizzatori: i figli di "Milcar", pseudonimo del primo vincitore della manifestazione motoristica ma anche braccio destro del capo provinciale di Cosa Nostra Maurizio Di Gati e per questo ucciso undici anni fa, prendono carta e penna e si scusano con gli organizzatori spiegando che volevano «solo fare sport» e che «la mafia non interessa». Siamo Antonio e Giuseppe Milioti, rispettivamente di 35 e 32 anni, figli di Carmelo", esordisce la lettera diffusa alla stampa dal loro legale Giuseppe Barba. «In merito alla vicenda relativa alla manifestazione Fabaria Rally, preme sottolineare e pare doveroso esternare quale era l'intento e la finalità della richiesta di inserire nella manifestazione, un trofeo alla memoria e al ricordo dell'uomo, nonché papà sportivo, Carmelo Milioti, Milcar. Invero, - si legge nella lettera aperta - non può non rilevarsi che nostro padre è stato uno dei fondatori della scuderia automobilistica organizzatrice dell'evento. Ora, - scrivono ancora i figli di "Milcar" - venendo alle notizie giornalistiche dei giorni scorsi e al servizio televisivo di Striscia La notizia, volevamo rappresentare che, nostro padre, ucciso in un agguato di mafia nel 2003, per noi è stato e continua ad essere un esempio di uomo sportivo amante del rally e rispettoso dei principi e dei valori che caratterizzano questa disciplina. Le vicende giudiziarie che lo hanno coinvolto, - aggiungono - risalgono ad un periodo della nostra vita in cui non eravamo consapevoli di nulla. La nostra è stata una richiesta alla società organizzatrice fondata sul ricordo all'uomo sportivo. ALTRE NOTIZIE SUL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA OGGI